lunedì 1 aprile 2013

La buona educazione


Quando si va per mare si entra in contatto con un mondo completamente diverso da quello in cui si vive per la maggior parte del tempo. Un mondo con le sue regole, che è bene conoscere per evitare di essere considerati dei maleducati e creare tensioni con il resto dell'equipaggio.

Cominciamo col dire che, quando si riceve un invito in barca, si dovrebbe evitare di presentarsi in compagnia di animali o bambini i quali sono da preannunciare molto chiaramente. Le motivazioni sono principalmente legate alla sicurezza e alla tolleranza del resto degli ospiti, soprattutto nel caso di bambini piccoli che non sanno nuotare. E’ superfluo sottolineare che, nel caso siano accolti a bordo, sia gli uni che gli altri dovranno essere attentamente sorvegliati.

Prima di salire a bordo si deve sempre chiedere il permesso. Per molti la barca è come e più di una casa, e bisogna sempre chiedere il permesso a chi sta a bordo prima di mettere il piede sulla passarella. Inoltre si devono togliere le scarpe, a meno che non si indossino già scarpe da barca con la suola pulita.
Non a caso gli armatori a poppa lasciano un cesto o una sacca destinata, appunto, alle scarpe. Il messaggio è chiaro: usatelo!
Talvolta in estate, in alcuni porti, ci si ormeggia in seconda o terza fila e per scendere a terra si è costretti a passare su altre barche. Se non c’è alternativa, oltre a chiedere ogni volta il permesso se c’è qualcuno a bordo, si deve passare a pruavia dell’albero con le scarpe in mano, evitando di gettare occhiate curiose in giro, di correre o saltare in coperta.

Non ci si unge per abbronzarsi, soprattutto se la coperta è in teak. Gli abbronzanti lasciano sul legno un’impronta indelebile. Prima di sdraiarsi usare un asciugamano e chiedere dove è possibile sistemarsi senza intralciare le manovre. Vale la pena aggiungere anche che topless e perizoma potrebbero infastidire. In barca gli spazi sono ristretti e bisogna sempre relazionarsi agli altri e alle altre con attenzione.

Quando ci si incrocia in banchina ci si saluta e, allo stesso modo, è bene rispondere al saluto (sembra incredibile ma siamo talmente abituati alla solitudine delle città che guardiamo con sospetto a uno sconosciuto che ci dice buongiorno...). Anche in mare si saluta l'equipaggio delle barche che si incrociano, senza usare trombe o grida belluine.
Quando si incontra una barca d'epoca bisogna salutare per primi.

In porto si entra, anche d'estate, con addosso sempre maglietta e pantaloncini.
Arrivando all'ormeggio in banchina la propria gassa deve passare sotto e all'interno di quelle di chi è già ormeggiato alla bitta. All'arrivo di un'imbarcazione e in assenza del personale preposto, è buona norma prendere le cime lanciate e ripassarle a bordo della nuova venuta.

Non urlare. Anche durante la manovra di ormeggio parlare con calma e chiarezza. L'urlo non contribuisce alla riuscita della manovra ma serve solo ad incrementare l'inquinamento acustico. In banchina o nel pozzetto bisogna dare il giusto volume alla propria voce evitando di far partecipe l'intero pontile delle proprie considerazioni.

All’ormeggio, in banchina o in rada, si deve rispettare il riposo degli altri e quindi evitare di essere rumorosi ed evitare musica ad alto volume e “feste” in barca. Queste è meglio organizzarle di pomeriggio o in prima serata.
Per gli stessi motivi il generatore o il motore per ricaricare le batterie si utilizzano solo ed esclusivamente di giorno.

In rada o in navigazione si può usare il tavolo del pozzetto per mangiare; in porto è buona norma cenare all'interno o ormeggiare la barca con la prua in banchina per utilizzare il tavolo esterno. Se si cucina qualcosa di buono e profumato è carino offrirne un piatto ai vicini di posto.

Il wc di bordo si usa solo in navigazione. In rada è bene controllare che nessuno stia facendo il bagno, mentre in porto si utilizzano i servizi comuni.

Sistemare le manovre prima di lasciare la barca e accertarsi che le drizze siano fissate per bene e non sbattano tintinnando sull'albero durante la notte (è una di quelle cose che fanno letteralmente saltare i nervi).

Se capita di usare la radio (VHF) bisogna comunicare in maniera appropriata, evitando di occupare il canale con discorsi futili (per quello si può usare il proprio cellulare) e rispettando in modo rigoroso i tempi di silenzio radio (chiedere al proprio skipper).

Il fumo a bordo può essere fonte di notevoli tensioni. Prima di accendere una sigaretta chiedere agli altri e allo skipper e mettersi sempre all'aperto e sottovento.

In porto al tramonto ricordarsi sempre di incazzottare la bandiera nazionale. Controllare inoltre che sia sempre in condizioni accettabili. "Bandiera frusta" non è onor di marinaio ma da solo da cambiare.

Se l’armatore pensa a tutto in barca, l’ospite pensa a tutto a terra: regola difficile da rispettare con alcuni armatori che vogliono comunque pensare a tutto, ma è una buona massima per la condivisione delle spese.

Infine in barca si usa il TU. Trovo ridicolo e ridondante utilizzare titoli e appellativi professionali (avvocato, cavaliere, etc). Queste cose lasciamole a casa.

Il catalogo delle regole potrebbe essere più lungo e corposo ma spesso con il buon senso e un pizzico di diplomazia si possono risolvere anche le situazioni più spinose. Il sottofondo comune a tutto quanto scritto sopra è dato da due regole semplicissime: rispettare gli altri e rispettare il mare.

Basta solo questo.

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