martedì 1 settembre 2015

Lo Stagnone di Marsala

I primi a venirci furono i Fenici  - che ne capivano - poi vennero i Greci, gli Arabi e i Romani. Questo è uno di quei posti speciali che uniscono una storia millenaria e quasi sconosciuta a un paesaggio che ti ruba gli occhi.
Lo specchio d’acqua dello Stagnone è compreso tra Marsala e l’aeroporto di Trapani Birgi ed è caratterizzato da fondali molto bassi fino a massimo 1,5 - 2 metri mentre presso la riva ci sono non più di 20 - 30 cm.
Al suo interno ricomprende le isole di Mozia (San Pantaleo) e Santa Maria  che fanno parte di una riserva naturale regionale. Proprio di fronte si staglia netto il profilo di Favignana.
  
La laguna si è formata per l’azione delle correnti sottomarine che risalgono questo versante della Sicilia e che hanno depositato nei secoli milioni di tonnellate di sabbia che ha progressivamente chiuso il lato Nord, fino a rendere difficile il ricambio dell’acqua marina che è diventata più calda e stagnante. Non a caso quindi, per lunghi secoli, l’attività economica principale dello Stagnone è stata l’estrazione del sale attraverso le Saline, facendo evaporare l'acqua incanalata in una lunga teoria di vasche successive, per poi raccogliere alla fine il sale che si depositava sul fondo. Il pompaggio dell'acqua marina e la macinazione erano svolte per mezzo di mulini, alcuni ancora funzionanti, che rendono il paesaggio unico con questo contrasto tra il bianco assoluto del sale e il blu del mare increspato dal vento.


Proprio il vento è l’altro elemento caratteristico della laguna. Il vento che soffia quasi costantemente e con incessante energia dal mattino al tramonto, trasporta il profumo del mare e dei limoni, mitiga il caldo estivo e infonde energia per quasi tutto l’anno. “Pulcherrima sed ventosa” scriveva Cicerone di questo lembo di Sicilia, ma proprio il vento ha portato qui prima gli scafi dell’America’s Cup nelle acque di Trapani e poi le più agguerrite classi veliche, dai catamarani fino ai modernissimi kitesurf che allo Stagnone hanno trovato casa. Infatti da alcuni anni il litorale nord di Marsala è diventato il luogo d'incontro per kiters provenienti da ogni parte del mondo, grazie al vento teso e all’assenza di onda, condizioni ottimali per qualunque livello di preparazione. Una buona scuola (per esperienza diretta) è lo Jamakite (“da Lucio”, se chiedete indicazioni) dove simpatia, bravura e disponibilità sono presenti in grandi quantità, proprio come il vento che da maggio a settembre soffia da Nord puntuale e costante fino a 20 – 25 nodi.


Una semi-isola, il filo dell’acqua e l’isola dei genovesi

C’è un angolo di Sardegna che conserva un carattere e una personalità fuori dall’ordinario. Lontano dagli usuali giri turistici, lontano...