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martedì 20 marzo 2012

Transquadra, l'arrivo

Con un ritardo ingiustificabile devo rendere merito all’equipaggio di Scheggia per il risultato della Transquadra (vedi post del 14 luglio) la cui seconda tappa si è conclusa intorno alla metà di febbraio. I due italiani Merola e Caracci, dopo un’ottima prima tappa hanno provato a vincere la seconda e per poco non sono riusciti nell’impresa. Il buon piazzamento in questa frazione li ha collocati al secondo posto della classifica generale, a meno di tre ore in tempo compensato dai primi della classifica mediterranea.
Maurizi e Sastre, Gancia e Rufini - gli altri italiani - sono rispettivamente al sesto e all'ottavo posto di questa classifica.
E' finita bene l'avventura occorsa a Cymba che ha tenuto molti di noi che seguivamo la regata con il fiato sospeso per lunghe ore. Nella notte del 2 febbraio il comitato di regata è stato avvisato, attraverso il satellitare, che la barca aveva urtato un OFNI (oggetto galleggiante non identificato) il quale aveva provocato una via d’acqua all'attacco di uno dei timoni. Dopo aver contattato il cantiere Jeanneau per tentare una riparazione guidata telefonicamente, e dopo un’intera notte di vani tentativi con resine e tamponi, gli skipper Piva e Santececca sono stati costretti al May Day e subito raggiunti da 3 imbarcazioni (Cravan 6, Ondine, Vagdespoir) che la direzione della corsa aveva già dirottato verso la posizione di Cymba. I due italiani sono stati presi a bordo di Vagdespoir, un Bavaria 36 timonato dai francesi Prevot e Le Cunff, dopo aver affondato la propria barca, immagino con quanta sofferenza, su ordine di Mico Bolo, direttore della Transquadra, per non abbandonarla alla deriva.
Anche questo è l'Oceano.

giovedì 14 luglio 2011

La transat dei quarantenni

Mancano poche miglia all’arrivo dei primi e già, per noi che siamo comodamente a casa, è possibile fare i primi bilanci sulla prima metà della regata. In verità la Transquadra è una regata con una formula originale fin dal nome: è una regata transatlantica riservata a non professionisti di almeno quaranta anni e che prevede una prima parte con arrivo a Porto Santo nel mese di luglio e l’attraversamento vero e proprio con arrivo in Martinica nel gennaio successivo. Si può scegliere di partecipare in solitario o in coppia e le classifiche sono stilate in tempo compensato in base ai coefficienti IRC.
Fin dalla prima edizione questo sfasamento temporale ha favorito la partecipazione di coloro che impegnati nel lavoro non avrebbero potuto interrompere la propria attività e la famiglia per più mesi, ma che con minori problemi avrebbero potuto dedicare alla gara un mese in estate e poco più all'inizio dell’anno successivo.
Da quest’edizione si è sdoppiata anche la partenza. Accanto a Saint Nazaire in Bretagna, sede tradizionale e da cui sono partite ben 74 barche e che quest’anno ha riservato l’amara sorpresa di una partenza rimandata a causa di uno sciopero dei portuali che hanno impedito l’apertura delle chiuse per due giorni, gli organizzatori hanno scelto una base mediterranea, il Royal Club Nautico de Barcellona che ha avuto un buon successo al debutto con più di trenta barche alla partenza. Questi numeri la qualificano come una delle regate più importanti del panorama internazionale, seconda per partecipanti solo alla ARC.
Ottima finora la prova degli italiani. Andrea Caracci, uno dei più forti ministi italiani, in coppia con Nino Merola su Scheggia (283) sta lottando per la seconda piazza nella classifica mediterranea mentre Andrea Gancia, noto per i record di traversata in catamarano con Miceli, e Massimo Rufini, anche lui dal mondo dei mini 6,50, su Mima (299) e il duo Santacecca/Piva, nomi noti all’altura mediterranea, su Cymba (291) viaggiano tra il decimo e il tredicesimo posto.
Singolare la coincidenza nella scelta della barca per gli italiani che hanno tutti optato per un Sun Fast 3200 per le sue doti di semplicità di conduzione e velocità in tutte le andature. E' una barca progettata per la conduzione in solitario, con pochissime concessioni alla comodità e con una doppia pala del timone - soluzione necessaria per la larghezza della poppa - che ricorda tanto le sorelle maggiori che corrono intorno al mondo.
La prima tappa si è giocata nelle ariette della partenza e soprattutto dopo Capo Nao, dove è stata premiata la scelta di Williwaw, che ora conduce con un margine di circa quaranta miglia, di cercare aria con una rotta più larga invece che sfruttare le termiche sotto costa come fatto dal resto della flotta all’altezza di Alicante.
Dopo il passaggio di Gibilterra le posizioni si sono cristallizzate con un vento fresco al lasco che ha portato le barche mura a dritta fino all’arrivo.
La flotta del Nord è stata compatta fino al passaggio di Finisterre per poi sgranarsi dentro l’aliseo porteghese dove i primi hanno incrementato sensibilmente il vantaggio.
Ora i regatanti dovranno preparare le barche per la sosta invernale, anche se qualcuno ne approfitterà per fare un poò di crociera tra le isole dell'arcipelago di Madeira, dovranno riparare quello che si è rotto in questo primo assaggio di oceano e cominciare a pensare alla vera e propria traversata. Sarà difficile per loro mantenere la concentrazione in questa lunga sosta, e per molti sarà difficile tornare alla vita di sempre, ma il bello della Transquadra è proprio questo. Si torna in famiglia e se ne riparla l'anno prossimo.
La partenza per la seconda tappa è prevista per il 28 gennaio 2012.
Fin qui la regata.
In reltà per me la Transquadra è anche un piccolo tarlo, forse un progetto ancora molto incerto ma che potrebbe prendere corpo.
Ma una cosa del genere non si può fare da soli. Serve una squadra, servono soldi e serve anche una barca adatta. Ho in mente alcuni nomi per il co-equipier, ma prima di sbilanciarmi vorrei capire se c'è qualcuno che voglia condividere questo percorso.
Scrivetemi o commentate il post, insomma fatemi sapere cosa ne pensate. Sarebbe una bella avventura.
La prossima edizione è fra tre anni.
C'è ancora tempo.
Buon vento.

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C’è un angolo di Sardegna che conserva un carattere e una personalità fuori dall’ordinario. Lontano dagli usuali giri turistici, lontano...