martedì 16 ottobre 2012

La borsa del mare e l'ammiraglio Nelson

Cosa mi porto in barca? Ecco, tra tutte questa forse è la domanda più complicata cui rispondere, soprattutto se a fartela è una donna. Istintivamente mi verrebbe da dire: poco, anzi pochissimo. Mi rendo conto che la risposta non sarebbe soddisfacente e allora provo a fare un ragionamento un po’ più articolato.
Prima del contenuto vediamo il contenitore.
Che sia una semplice lezione o una crociera la borsa da portare in barca deve essere morbida, leggera e impermeabile. Questa Louis Vuitton di fianco può essere un'idea (scherzo!), ma consiglierei uno zainetto o una borsa da palestra più pratica e meno impegnativa.
Per le lezioni e le uscite giornaliere sono comodi gli zainetti in cui riporre ricambi, maglioni e qualcosa da bere e da mangiare. Per la crociera la sacca deve poter essere piegata e riposta in un armadietto o su una mensola. Sono bandite le valigie rigide e i trolley, come ad esempio le borse dei sub.
Per quanto riguarda il contenuto, oltre ai normali ricambi e agli oggetti per l'igiene personale, cominciamo subito col dire che, per chi è alle prime esperienze, non è affatto necessario comprare l’abbigliamento tecnico il cui acquisto si potrà differire a quando si capirà se abbiamo voglia di continuare e considerando il tipo di barca e il tipo di navigazioni che faremo (regata o crociera).
Per iniziare è sufficiente un abbigliamento comodo e caldo, tenendo presente che non c’è grande differenza tra estate e inverno, nel senso che una calda giornata di sole invernale o un temporale estivo sono eventi che possono capitare e per i quali dobbiamo essere pronti allo stesso modo. Quindi occorre vestirsi a strati, "a cipolla", con capi che possono essere aggiunti o tolti a seconda delle condizioni che in barca cambiano con estrema velocità.

Scarpe

Le scarpe da indossare in barca devono avere due caratteristiche fondamentali: 1) una suola antiscivolo bianca e morbida, in modo da avere buona presa sulle superfici bagnate e non lasciare segni in coperta;
2) essere di materiali che si asciugano velocemente.
Possono essere sostituite da normali scarpe da ginnastica a patto che la suola sia effettivamente bianca poichè i segni scuri lasciati sul teck o sulla vetroresina sono difficili da pulire.
Tranne che nei momenti di relax è fortemente sconsigliato andare in giro scalzi, visto che in barca c’è una tale quantità di “oggetti” fissati sulla coperta che risultano dolorosi al contatto con il piede nudo.

Abbigliamento da pioggia

Ovviamente quando piove nessuno ci obbliga ad uscire in mare. Quello che a volte capita è che la pioggia ci sorprenda mentre già siamo in barca e siamo dunque costretti a restare all’aperto mentre rientriamo in porto.
Innanzitutto che a nessuno venga in mente di presentarsi in barca con l’ombrello. Lo dico con estrema chiarezza: non si fa, porta sfortuna e si rischia di essere fiondati in acqua in compagnia dell’ombrello e della borsa faticosamente preparata. Molto meglio pensare a qualcosa di impermeabile.
Per chi va in moto un completo antipioggia (pantaloni e giacca) può, almeno le prime volte, sostituire egregiamente una cerata; altrimenti si può pensare all’abbigliamento da sci (per l’inverno) o comunque a un impermeabile completo di giacca e pantalone.
Il pantalone è importante perchè in barca si sta spesso seduti e anche in piedi l’acqua scivolando dalla giacca inzupperebbe immancabilmente i pantaloni.
Un capo sempre alla moda e prodotto da diversi marchi è il giubbotto modello sailor, quello chiuso alla cintura con un elastico e i polsini richiudibili con il velcro. Si può usare in tante occasioni, anche terrestri, ed è uno dei capi preferiti da chi va spesso in barca, perchè comodo, versatile e robusto.
Eviterei di comprare quegli impermeabili gialli che a volte si vedono nei film. Servono solo a farvi sudare. Se proprio volete spendere un po' di soldi, orientatevi su una buona una cerata traspirante e un paio di stivali da barca. L'impermeabile giallo lasciamolo ai pescatori.

Accessori

D’estate un cappellino con visiera per proteggersi dal sole e d’inverno un caldo zuccotto sono di grande utilità e poca spesa. E’ bene tener presente che la visiera del cappellino, quando c’è un po’ di vento, può funzionare da vela e farlo volare via; proprio per questo qualcuno lo lega con una sagoletta (laccetto sottile) al collo o al giubbotto.
Molti in barca usano guanti da vela (quelli con le mezze dita) per proteggere le mani dalle grosse cime e dalle scotte. La spesa è minima ed effettivamente proteggono le mani quando all’inizio non si sa bene come trattare le varie manovre. Da non dimenticare gli occhiali da sole.

Cura te stesso

Ognuno di noi è la persona che meglio conosce le proprie condizioni di salute e i propri limiti fisici. Quando si sale su una barca si entra a far parte di un equipaggio, anche se solo per un paio di ore, e bisogna quindi farsi carico del benessere altrui oltre che del proprio. Questo significa una maggiore responsabilità verso sè stessi nel non nascondere le proprie necessità, nel mettere a conoscenza dello skipper eventuali necessità mediche e nell'avere con sè i farmaci necessari. A bordo in genere c'è una cassetta di pronto soccorso con qualche farmaco generico e il necessario per il primo intervento.
Sia d'estate che d'inverno è necessario proteggersi dai raggi solari. Una crema protettiva con un buon filtro è sempre consigliabile. Vi ricordo però che unge, e quindi sdraiarsi per prendere il sole su un ponte in teck è considerato in tutti i tribunali del mondo un giustificato motivo per abbandonare un uomo in mare.   

Il mal di mare

Si  racconta che l'ammiraglio Orazio Nelson, probabilmente il più famoso marinaio britannico, soffrisse terribilmente il mare e nei primi giorni di navigazione non lasciasse mai la propria cabina. Eppure questo non gli impedì di concepire e portare a termine alcune tra le più spettacolari imprese marinare del suo tempo e di vincere anche questa battaglia con se stesso.
Si, la nautipatia, ovvero il mal di mare, è un malessere molto democratico che non risparmia nessuno.
E' molto simile al mal d’auto ed è causato dal movimento irregolare della barca sulle onde, dai cambi di inclinazione e velocità repentini e inaspettati cui il fisico, specialmente all’inizio di una lunga crociera, non è abituato.
I sintomi sono nausea, sudorazione, sonnolenza e conati di vomito mentre la causa è da ricercarsi nell’orecchio, in particolare in quelle piccolissime strutture cui è affidato il nostro equilibrio interno.
Come dicevo si tratta di un disturbo che prima o poi colpisce tutti, dal più esperto navigatore al principiante, per il quale non c’è da preoccuparsi nè da vergognarsi. La buona notizia è che in genere non dura più di due giorni (!) ed è la risposta del cervello che cerca di abituarsi al nuovo elemento e comunque, anche se durante si vorrebbe morire, di mal di mare non si muore.
Il primo antidoto per il principiante è l’abitudine, per cui si può iniziare con brevi tragitti per poi man mano allungare il tempo di tempo di permanenza in mare. Quindi più spesso si va per mare e sempre meno si soffre.
Anche dare di stomaco aiuta (attenzione a mettersi sottovento - cioè dove stanno le vele - e a girarsi in senso opposto alla direzione della barca) così come stare all’aperto e guardare lontano.
I posti chiusi sono quelli che provocano il maggior disagio, in particolare il bagno della barca, e sono da evitare assolutamente, a meno che non ci si voglia sdraiare ad occhi chiusi e nello stesso senso del movimento.
Collaborare nella conduzione della barca aiuta moltissimo e per la maggior parte delle persone mettersi al timone è il modo più efficace di contrastare il mal di mare.
Esistono poi rimedi sia naturali che medicinali che possono fornire un qualche aiuto.
Tra i rimedi alternativi sono molto usati i braccialetti per i polsi (Sea band) con una pallina che esercita una pressione secondo i principi dello Shiatsu - per alcuni funzionano - da indossare prima di salire in barca.
Apprezzate come rimedio contro la cinetosi sono le banane, che comunque sono anche ottimi integratori di sali minerali nel caso si debba fare un po’ di movimento in barca (parlo di sport, ovviamente...).
Anche lo zenzero ha proprietà quasi miracolose. Può essere mescolato con il tè cui dona un retrogusto leggermente amaro.
Per la prevenzione bisogna curare l’alimentazione che dovrà essere a base di alimenti secchi, fette biscottate, pane e comunque cibi leggeri (lasciamo stare i peperoni...) e non si deve trascurare l’idratazione, che è il pericolo maggiore quando il mal di mare dura a lungo.
I soliti pescatori dicono che le alici salate siano un ottimo rimedio, ma io non ho mai avuto il coraggio di proporle nè di provarle di persona.
Altro sistema, decisamente più gradevole, sarebbe quello di tenere in bocca una fettina di limone, così come ormai è vasto il successo della Coca-Cola come rimedio antinausea (ma attenzione quando la si apre, soprattutto se il mare è agitato già da qualche ora!).
I rimedi famacologici, pur funzionando egregiamente, hanno tutti come effetto collaterale l'abbassamento della soglia di percezione e provocano sonnolenza. Va anche detto che, se si decide per una terapia farmacologica, il mal di mare va anticipato.
Una prima possibilità di scelta sono i cerotti TRANSCOP, a base di scopolamina, da mettere dietro l’orecchio e che durano 2 - 3 giorni. Il cerotto non deve essere toccato perchè se le dita poi vengono a contatto con gli occhi ci si può procurare la dilatazione della pupilla.
L'alternativa sono le gomme da masticare TRAVELGUM o le pasticche di XAMAMINA, entrambi antistaminici, adatti per le brevi navigazioni.
Si tratta di farmaci da banco, ma comunque è bene parlarne con il proprio medico curante che se necessario, saprà meglio indirizzarvi.
La nausea, il vomito e i medicinali consumano energie e inducono al sonno.
La cosa da fare è sdraiarsi sottocoperta, nel punto più basso possibile, al centro della barca e a pancia in su. Facilmente ci si addormenterà alzando la barriera più efficace: il sonno.
Non è raro svegliarsi senza più alcun malessere.

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