
Poi si arriva a
Pozzuoli. In origine era uno scalo commerciale cumano, la città vera e propria
fu fondata nel 528 a.C. e solo trecento anni dopo, nel 194 a.C., divenne una
colonia romana. Da quel momento la sua importanza crebbe sempre più, poiché i
romani ne fecero il loro porto principale. La collegarono con un'ottima rete
stradale all'Urbe e alle città più importanti della Campania, mentre tutte le
più fiorenti città marittime dell'Oriente vi stabilirono stazioni commerciali.
Furono costruiti monumenti eccezionali come l'Anfiteatro Flavio, il Tempio di
Serapide (in realtà un antico mercato e il Tempio di Augusto.

Durante la Seconda
guerra mondiale la città fu presa di mira dai bombardamenti alleati a causa del
porto, dove andavano a rifornirsi le navi da guerra, e dello stabilimento Sofer,
allora convertito alla produzione di artiglieria.
Il Rione Terra è
stato abbandonato a seguito dei moti bradisismici degli anni settanta. È possibile visitare gran parte dei
sotterranei e una parte in superficie.
La città è composta
interamente da questo intreccio di vecchio e nuovo e, passeggiando, non è raro
trovare tra i palazzi ricostruiti dopo il conflitto mondiale alcune bellissime strutture
antiche.
Lungo la costa,
andando ancora ad Ovest, dopo il porto spicca il pontile della Sofer, fabbrica
dell’Ansaldo, a lungo uno dei motori dell’economia della città. Qui sono stati
costruiti treni e vagoni ferroviari fino agli anni ’80. Da allora il declino e
l’abbandono. Numerosi progetti di riqualificazione si sono avvicendati negli
anni ma la zona è ancora tutta una cantiere. Si tratta di un
lungo tratto di costa in uno scenario fantastico che non sembra avere fortuna.
Poco discosto il pontile della Pirelli, oggi Prysmian, che costruisce cavi
elettrici sottomarini.
Questa zona è detta Arco Felice, nome che viene dato da un monumentale arco in laterizi
di epoca romana, sito all’interno,
costruito nel taglio che i romani effettuarono nella collina, attraverso
il quale l'antica via Domiziana entrava
nell'abitato di Cuma. Ancora oggi la strada è utilizzata e un piccolo tratto di strada, di circa 50 metri, è ancora quello originale.
Lucrino
Inizia qui un
tratto di costa sabbiosa che termina a Punta Epitaffio. Alle spalle della
spiaggia sulla destra si staglia il monte Nuovo, prodotto di un’eruzione nel
1538, mentre al centro sono visibili ben
due laghi in successione, il lago Lucrino e il lago d’Averno.

Nel 37 a.C. il lago
d'Averno ed il lago Lucrino furono collegati al mare attraverso un canale
artificiale per la realizzazione di un colossale porto militare (Portus
Julius).
Il lago d'Averno era molto famoso nell'antichità perché lo si
credeva la porta degli Inferi. Il carattere
austero e quasi tenebroso del luogo, il colore delle acque scaturite
dal fondo di un vecchio cratere, dense e limacciose, la presenza di una fonte
termale lungo la riva del lago considerata come acqua della Stige, e il
ricordo di antiche esalazioni che ammorbavano l'aria e rendevano
impossibile il volo degli uccelli, avevano circondato questo luogo di
misteriose e paurose leggende e fatto collocare da Virgilio proprio qui la porta dell'Ade.
Attualmente anche il lago d’Averno è di proprietà privata pur essendo ricco di storia e di reperti archeologici di notevole interesse.
Attualmente anche il lago d’Averno è di proprietà privata pur essendo ricco di storia e di reperti archeologici di notevole interesse.
Baia
Continuando a
navigare lungo la costa troviamo Baia, luogo di soggiorno prediletto
dell'aristocrazia romana e di diversi imperatori, che qui venivano a ritemprarsi
dalle fatiche dell’impero e vi edificarono lussuose ville e numerosi impianti
termali, le cui sale monumentali a cupola ancora oggi visibili sono i
cosiddetti tempi di Mercurio, di Venere e di Diana.

Attualmente
l'antica Baia è parzialmente sommersa a causa del bradisismo: di recente, per tutelare i resti dell'antico porto, l'area delimitata dalle boe gialle è stata dichiarata area marina protetta ed è stato istituito il Parco sommerso di Baia.
Mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne, sono sommersi a circa 5 metri sotto il livello del mare tra anemoni stelle marine e branchi di castagnole. Il luogo è straordinariamente suggestivo e qui sembra proprio di osservare una sorta di Atlantide di età romana.

Miseno

Capo Miseno è
un'altura che offre una splendida vista sul golfo di Napoli e sulle
isole di Ischia e Procida, ben riconoscibile in tutto il golfo di Pozzuoli, che
racchiude verso occidente. È sede di un faro molto importante per la
navigazione costiera notturna. Il luogo, splendido e suggestivo, è stato
interessato negli anni da fenomeni edilizi che hanno
deturpato la bellezza
originaria. Da lontano si riconosce per la sua caratteristica forma
a tronco di cono.
Poco prima del Capo, sulla cui sommità ci sono numerose casematte e fortificazioni che risalgono alla II guerra mondiale, c'è l'accesso all'antico porto di Miseno chiuso dal lungo
isolotto ricurvo di Punta Pennata, la vera isola che non c'è. Un tempo staccata dalla terraferma ma oggi praticamente unita, dopo una violentissima mareggiata negli anni '70 e il successivo bradisismo, all'abitato di Bacoli. Ospita un ristorante raggiungibile con una piccola barchetta.

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