venerdì 14 aprile 2017

Amerigo Vespucci, la più bella


Nel 1962 la portaerei USS Indipendence incrociò una nave che procedeva a vele spiegate. In codice Morse richiese l’identificazione cui seguì la risposta: “Nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”. “Siete la nave più bella del mondo” fu l’immediata replica degli americani che la guardavano ammirati.

Un racconto sentito mille volte, ma non per questo meno vero ed emozionante, ogni volta che si incrocia questo monumento della marineria italiana e mondiale che, dopo quasi un secolo dal varo, ancora solca i mari con eleganza e bellezza davvero infinita.
Fu costruita nei cantieri navali di Castellammare di Stabia nel 1930 insieme alla gemella Cristoforo Colombo sulla base di progetti preparati per il veliero Monarca, nave ammiraglia del Regno delle due Sicilie. Alla fine della seconda guerra mondiale la Cristoforo Colombo fu ceduta all’URSS, quale risarcimento dei danni di guerra, e sembra poi distrutta da un incendio negli anni ’60.

La Vespucci viene utilizzata come nave scuola per gli allievi ufficiali che frequentano il primo anno di Accademia ma direi che, soprattutto, svolge un ruolo di rappresentanza all’estero, presentandosi come ambasciatrice italiana per l’arte, la cultura e la marineria.
È un veliero dei tempi antichi. Le vele sono in tela olona, le cime in canapa, le manovre sono eseguite a forza di braccia e gli ordini sono impartiti con il fischietto dal nostromo.
È un veliero con un cuore moderno. L’apparato motore ausiliario è diesel-elettrico. Due motori diesel da 3.000 cavalli si affiancano ad un motore elettrico Marelli a corrente continua che può generare una velocità di 12 nodi.  
È un veliero che naviga a vela. Ogni volta che si presentano le condizioni adatte, cioè un vento di almeno 10 nodi dai settori poppieri, viene battuto il posto di manovra generale alla vela, ovvero la chiamata per tutto l’equipaggio alla manovra a vela della nave. Alla chiamata della salita a riva tutto l’equipaggio, diviso in squadre assegnate ai vari alberi, sale lungo le sartie e raggiunge il proprio posto per liberare le vele dai matafioni (cinghie che le sorreggono quando chiuse e ne impediscono l’apertura indesiderata). Vele e pennoni vengono poi orientati al vento attraverso le manovre correnti o le volanti o drizze e bracci che percorrono la nave per un totale di circa 36.000 metri di cavi di vario diametro e funzioni.

Sotto vela la Vespucci raggiunge una velocità di circa un terzo dell’intensità del vento in quel momento. Il record di velocità appartiene al comandante Straulino ed è di 15 nodi, cifra impressionante se si considera un dislocamento di 4.000 tonnellate.
Il nome della nave è rappresentato plasticamente nella polena dove è stata collocata una statua in bronzo di Amerigo Vespucci a contrastare le onde e rabbonire la forza del mare.



"Non chi comincia ma quel che persevera"

Leonardo da Vinci




SCHEDA TECNICA

Dislocamento: 1.042 ton.; 4.146 ton. a pieno carico
Dimensioni: 82,38 X 15,56 X 6,65
Lunghezza massima al bompresso: 100,5 m
Altezza all'alberetto di maestra con asticciola 54 m
Pescaggio 7 m
Superficie velica di 3.000 mq. composta da 24 vele di canapa
Scafo in acciaio a tre ponti principali (coperta, batteria e corridoio)
Tre alberi con vele quadre (trinchetto, maestra e mezzana) e bompresso
Cinque ancore: due di posta, una di speranza e due di corrente
Due cannoni da 60 mm. per le salve di saluto
L'equipaggio è di 278 uomini di cui 16 ufficiali
Autonomia di 5.500 miglia a 6,5 nodi
Apparato motore ausiliario diesel-elettrico, con due motori a otto cilindri da 1.500 CV ciascuno collegati a due dinamo che alimentano un motore elettrico collegato all'asse dell'elica a quattro pale, del diametro di 3.400 mm e del peso di 2.810 Kg

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