mercoledì 8 agosto 2012

Vindicio, la palestra del vento

Quest'anno, forse ispirato dalle incombenti Olimpiadi, mentre ero in spiaggia con la mia famiglia, ho deciso di tornare a navigare in deriva (solo per gioco, per carità) e da Gaeta sono andato a Formia, sulla spiaggia di Vindicio.
Lo spiaggione è famoso soprattutto tra quelli che vanno in windsurf, perchè c'è sempre vento e l'onda non ha quasi mai il tempo di formarsi, ma lì hanno sede anche un paio di circoli e scuole FIV che utilizzano barche legate all'attività olimpica, vecchie derive, catamarani e skiff. Quello che cerco è un 470 o qualcosa che gli assomigli e, ovviamente, un timoniere.
Eh già, perchè al trapezio a fare le capriole ci voglio andare io.
Faccio conoscenza con Manuel e Marco di VelaViva e prendo accordi per alcune uscite sul 420 della scuola. 
L'ambiente mi è familiare. Chissà perchè tutti i posti in cui si va in deriva si assomigliano. C'è il giusto grado di confusione e approssimazione e sembra sempre che manchi qualcosa ... una scotta, un timone, una vela, un allievo...
Il 420 è una barca nervosa, leggera e tutto sommato con poche regolazioni. Questo in particolare è abbastanza scassato e un trapezio è senza maniglia. Galleggia, mi sembra un buon inizio.
Le uscite sono divertenti, riprendo confidenza con la barca velocemente e da subito esco al trapezio. Per fortuna abbiamo trovato un modello da uomo e riesco a stare a lungo fuori, anche se i quadricipiti cominciano a bruciare per lo sforzo e gli addominali urlano più del vento.
 La termica è puntuale ogni giorno e scopro che è molto più forte vicino alla riva, dove fa strage di windsurf per il sadico piacere di Marco che sta al timone e non si sposta mai per evitarli ("Ernè, io a questi proprio non li sopporto!"), nemmeno quando vede il terrore nei loro occhi e solo all'ultimo istante orza di un paio di metri per passargli accanto.
Il Monte Orlando, sopra Gaeta, copre l'area del porto e crea grossi buchi di vento a ponente. Il centro è occupato da uno sterminato campo di cozze e da un allevamento ittico con un passaggio nel mezzo. Il monte Gianola, lontano, chiude il golfo a levante.
Un bel giorno trovo sulla riva, mezzo armato, un 470 e Marco mi dice: "E' la barca di Manuel, oggi proviamo con questa!".
Fuori ci sono 15 nodi e dal trapezio mi sgancio solo per le virate. La barca è più stabile dell'altra, sembra nuova tanto è tenuta bene e soprattutto plana solo a guardarla. A circa tre miglia fuori a Sud ci sono i Mondiali Master 470 e vediamo gli equipaggi in regata. Dico a Marco di stare lontano e dopo un po' mi accorgo che è come con mio figlio, non mi ha proprio ascoltato.
Siamo in poppa in mezzo al campo di regata con la flotta che sale di bolina. Io potrei anche gareggiare vista l'età, Marco no. Insomma siamo le persone sbagliate nel posto sbagliato. L'equipaggio della Nuova Zelanda ci guarda perlesso. Io saluto perplesso (provate a immaginare un saluto perplesso) mentre sfiliamo di poppa e dico a Marco: "Ma non dovevamo fare bolina fino a punta Stendardo? E soprattutto che ci facciamo qui?"
"Ci sono venuti incontro velocissimi e non sono riuscito ad evitarli..."
Zandonà - Zucchetti, l'equipaggio del 470 olimpico
Dopo aver seminato il panico nella flotta riusciamo ad uscire senza aver fatto danni e ci dirigiamo verso il circolo.
Ora provate ad immaginare: al traverso con 15 nodi e senza onda, io al trapezio con il peso tutto a poppa accanto al timoniere alle cinghie e la barca che parte in una planata infinita; tutto lo sforzo è concentrato sugli addominali e sono quasi parallelo al mare per tenere la barca piatta con  gli spruzzi d'acqua che partono dal centro barca e mi colpiscono in pieno, sto sotto una cascata. E' una sensazione bellissima e quasi non avverto la stanchezza. Andiamo avanti per parecchi minuti, non saprei dire quanti, a una velocità folle e molliamo le scotte solo quando gli scogli sono vicini.
Capisco, guardandolo, che anche per Marco è stata una planata da incorniciare e ridiamo come due bambini. Riprendiamo la bolina e lo rifacciamo.
Nei giorni successivi esco anche con Manuel un paio di volte ma non troveremo lo stesso vento, anche se le planate non mancheranno.
Questa è Vindicio e questo è il 470.
Eh già...


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