mercoledì 22 agosto 2012

Una prateria in fondo al mare

Mai visto quelle grandi sterminate praterie sott'acqua? Basta una maschera e lo snorkel e a pochi metri dalla riva si possono cercare lì in mezzo tante varietà di pesce: seppie, polipi, crostacei e molluschi. Ma di cosa si tratta? Cos'è tutto quel verde? Di seguito riporto la sintesi di un capitolo di un libricino della Lega Navale Italiana (Ambiente marino e diporto sostenibile) dedicato appunto a questa incredibile pianta acquatica. 

La Posidonia Oceanica è una pianta marina che vive nel Mediterraneo con radici, fusto (rizoma), foglie e frutti, proprio come quelle terrestri. Nei mari italiani copre una superficie stimata di circa 20.000 miglia quadrate, praticamente lungo tutto le coste della penisola con l’eccezione del medio e alto Adriatico.
Le foglie sono la parte più visibile e riconoscibile, nastriformi, larghe circa 2 centimetri e in ciuffi di 6 o 7 elementi. Ogni foglia può arrivare a superare il metro di lunghezza.
Generalmente si insedia su fondali fangosi o sabbiosi e sopporta bene gli sbalzi termici dell’acqua. Ha bisogno di molta luce e per questo si sviluppa in acque limpide e ad una profondità non superiore ai 40 metri.
La loro presenza è importante per la conservazione dell’equilibrio nell’ambiente marino poichè le praterie di posidonie rallentano il fenomeno dell’erosione della costa (le fronde smorzano il moto ondoso e le correnti mentre i fusti trattengono grandi quantità di sedimento), costituiscono una sorta di polmone verde nel mare ossigenando l’acqua attraverso la fotosintesi clorofilliana e, infine, formano un habitat favorevole alla riproduzione di numerose specie ittiche e di altri organismi marini.
Purtroppo anche i posidonieti sono in sofferenza lungo tutta le coste del Mediterraneo, a causa soprattuttutto della costruzioni di nuovi porti e dighe - che alterano lo scorrimento delle correnti costiere-, di scarichi di acque non depurate - che provocano anche l’intorbidimento dell’acqua - e della pesca a strascico, che distrugge direttamente larghe porzioni di prateria.
Il diportista può fare poco per la salvaguardia della posidonia, ma ha il dovere di farlo: gli si chiede unicamente di non dare mai fondo lì dove essa è presente per evitare di danneggiarla con le marre dell’ancora.

Ora lo sapete. La prossima volta buttate l'ancora da qualche altra parte e tuffatevi ad ammirare la vita che scorre tra quei fili d'erba nel mare.

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