Milioni di naviganti lo hanno cercato e poi doppiato per
entrare nel canale che conduce allo stretto di Messina. È lo spartiacque d’Italia:
di qua il mar Ionio, di là il Mediterraneo, da una parte Siracusa e il suo sontuoso
carico di storia, dall’altro Ragusa con la sua pietra pece e le sue spiagge
alimentate dal deserto del Sahara.
Un’idea di cosa dovesse essere questo angolo di Sicilia in anni nemmeno troppo lontani la offre l’Oasi di Vendicari, un pantano quasi intatto dove sostano gli uccelli migratori che si spostano tra Europa e Africa. Basta alzare lo sguardo per vedere stormi di aironi e fenicotteri che altrimenti si vedrebbero solo in certi documentari televisivi mentre, riportandolo in basso si possono vedere i resti di una tonnara distrutta dai bombardamenti del ’43, le saline o la spiaggia di Calamosca, dai più ammirata inconsapevolmente per una réclame del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo di alcuni anni fa.
Oasi di Vendicari |
Subito dopo compare la piccola Marzamemi, arabeggiante fin dal nome, con il suo largo porticciolo che custodisce nei suoi fondali i resti di numerose navi greche, bizantine e romane. È interessante e singolare il piccolo isolotto sulla destra interamente occupato da una costruzione tutta rossa che indica il lato sinistro di ingresso del porto e da oltre un secolo di proprietà della famiglia Brancati.
Nasce qui la storia del rais Nicola Nicolaci, di origini
calabresi e con una singolare capacità nella pesca del tonno che lo rese ricco
al punto di acquistare il titolo nobiliare di principe di Villadorata.
In queste acque il rais, ogni anno, dopo il 13 giugno,
quando il pesce “vota li uocchi”, e cioè scende lungo il canale dopo aver
deposto le uova per tornare al largo e in oceano, stabiliva la posizione delle reti
per catturare i tonni e costringerli ad entrare nella camera della morte dove
venivano uccisi e tirati a bordo.
Castello Tafuri e l'antica tonnara |
Sembra quasi di sentire il canto degli uomini che remano
mentre si avvicinano alle reti: “Ci la ramu la signorina a lu rais”
Dopo la pesca il tonno veniva portato nei vicini
stabilimenti per la lavorazione, la cottura e la conservazione sotto sale. Infatti
non è casuale che l’estrazione del sale dal mare e la pesca del tonno siano
attività contigue non solo geograficamente almeno fino all’invenzione dei frigoriferi.
Dal mare si vedono chiaramente i resti di una piccola
tonnara e il Castello Tafuri, sotto i quali è facile ancorare per il bagno.
L’isola di Capo Passero è facilmente riconoscibile per la presenza di una torre del ‘600 che ospitava una piccola guarnigione di soldati posti a guardia delle numerose incursioni di pirati e saraceni. Il lato orientale è spesso a picco sul mare con numerose grotte in cui è divertente fare snorkeling.
Torre Cabrera - Pozzallo |
Doppiato il Capo
compaiono Portopalo di Capo Passero, un paesino colorato e vivace che si
dichiara il comune più a sud d’Italia (non so, si dovrebbe controllare) e poi
Pachino, noto per i pomodorini coltivati sulla riva del mare. Sono visibili
lungo la costa anche un paio di depositi di imbarcazioni sequestrate dalla
magistratura utilizzate per il trasporto clandestino di migranti dalla Libia
alla Sicilia.
Ad un paio di miglia compare l’isola delle Correnti che con la bassa marea diventa una penisola. Qui la luce sembra essere più intensa, forse a causa del riverbero del sole sulle spiagge dorate o forse è solo la suggestione di essere in un posto che in altri tempi ospitava gli incontri di uomini e dei.
Non lontano c’è la lunghissima spiaggia di S. Maria del Focallo, famosa per le immersioni e per essere un ottimo spot per il kitesurf. Siamo arrivati al porto di Pozzallo, noto anch’esso per gli sbarchi di clandestini, e da qui in due ore di aliscafo si arriva a Malta, ancora più a Sud, sotto l’orizzonte.
In quest’angolo di Sicilia è ambientata la fiction ”Il commissario Montalbano”, tratto dai romanzi di Camilleri, all’incrocio tra Ragusa e le sue piazze, Punta Secca, celebre per la casa col terrazzino sulla spiaggia (che ora è un B&B), Scicli, il castello di Donnafugata e Porto Empedocle, ancora più in là.
Terre che si confondono e si assomigliano.
Terre che ci confondono e ci assomigliano.
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