Tutti sanno che in un porto si entra e si ormeggia oppure si lascia il proprio posto e si esce in mare aperto.
Tutti sanno che non è previsto "passeggiare" tra le barche ormeggiate nè alcun altro tipo di intrattenimento per non mettere a rischio l'incolumità delle persone (e delle barche) in una fase in cui la manovrabilità è molto ridotta e difficile.
Tutti lo sanno.
Lo sa bene anche la Capitaneria di Porto.
Un genitore lascerebbe i propri figli a giocare all'ingresso di un affollato parcheggio cittadino? Cosa farebbe la Polizia se vedesse dei giovanotti giocare a pallone ad uno svincolo dell'autostrada o all'ingresso di un autogrill? Cosa farebbero i Carabinieri se un gruppo di ragazzini si mettesse a giocare nei pressi di un passaggio a livello?
Cosa fa invece la Capitaneria di Porto di Napoli?
Li ho sempre ributtati in acqua invitandoli con grazia a tornare accompagnati dalle rispettive madri, ma nel frattempo ho dovuto:
1) togliere la marcia;
2) ributtare in acqua l'assaltatore estemporaneo;
3) minacciarlo insieme al branco che starnazzava intorno e voleva salire a bordo;
4) tenere la barca in movimento e al centro del canale per non urtare le altre barche e gli altri bagnanti che lì proprio non dovevano stare;
5) tranquillizare il resto dell'equipaggio;
infine, dopo aver controllato che qualche altro idiota non si fosse immerso sotto la barca approfittando della mia distrazione (è successo anche questo)
6) rimettere la marcia per allontanarmi.
Non è normale e non c'è niente di folcloristico.
Quella gente non può fare il bagno nel porto.
E' troppo pericoloso.
Così qualcuno finisce sotto le eliche. O peggio.
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