martedì 22 novembre 2011

"La mia barca sicura"

Riflettiamo sulle disavventure degli altri e facciamo tesoro delle loro esperienze? Riusciamo ad imparare dai nostri errori? Esiste una barca che possa affrontare qualunque mare, oceano e tempesta?
A queste domande prova a rispondere l'autore, uno degli uomini di mare con il percorso più originale e con tante miglia nella propria scia.
Ernesto Tross è un autocostruttore che ha progettato e realizzato 9 barche sulle quali ha lungamente e largamente navigato nell’oceano Indiano.
In questo libro parte da alcuni racconti di esperienze difficili ed estreme vissute da equipaggi impegnati in regate e navigazioni per individuare i comportamenti più corretti e i punti deboli dell’attrezzatura.
Di naufragio in naufragio, di tempesta in tempesta ci terrorizza con racconti di esperienze che nessuno vorrebbe mai vivere ma che, prima o poi, sia pure in scala minore, a molti di coloro che vanno per mare, capitano. Sono quelle situazioni in cui ognuno vorrebbe una barca inaffondabile, diciamo un sommergibile, oppure vorrebbe aver scelto un altro passatempo, un qualcosa tipo l'origami...
E qui lo spirito del costruttore viene fuori. Mette insieme tutti gli spunti che vengono dalle analisi della prima parte e costruisce la sua proposta.
Il risultato è una barca in alluminio di 10 metri, un albero posizionato molto a poppa senza randa ma con 3 fiocchi, una prua molto larga a T per ormeggiare di prua e accedere alla barca dal pontile con comodità e un dritto di prua verticale per non cedere alla lunghezza al galleggiamento, una deriva mobile a baionetta, un motore fuoribordo da 25cv da usare solo per le manovre in porto, uno scafo senza alcun buco nell’opera viva ma con un sistema di tubi che scaricano sopra la linea di galleggiamento, una serie di portelli stagni che dividono gli interni in tre sezioni chiudibili ermeticamente e pannelli solari per la produzione di elettricità.
Le soluzioni innovative sono molte e non si può certo dire che gli manchi il coraggio di sperimentare, fino all'estremo.
Dalle fotografie disponibili si può affermare senza alcun dubbio che la barca è brutta. La scelta di non armare la randa potrebbe penalizzare non poco la navigazione contro vento e francamente non mi sembrano del tutto convincenti le motivazioni da lui addotte - legate alla sicurezza - per una simile rinuncia.
Di sicuro interesse le soluzioni per le prese a mare, che sono realizzate ben al di sopra dell’opera viva. Del resto anch’io ho spesso affermato che fare un buco in una cosa che deve andare in acqua è da deficienti e se i cantieri ci cominciassero a pensare sarebbe una cosa sana... Mai provato a sgottare acqua per ore con il mare agitato?
Per il resto è difficile valutare l’Orso Bianco solo sulla base del progetto. Ho letto su Bolina che ha fatto mostra di discrete prestazioni sotto vela ma sinceramente resto ancora perplesso.
Di sicuro posso affermare che è un contributo importante per mettere la sicurezza in primo piano e, fosse anche solo per questo, è un libro da leggere e poi rileggere.


Ernesto Tross, La mia barca sicura, Nutrimenti

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