venerdì 8 giugno 2012

La 151 miglia e la Boa dello Scammaro



Mentre usciamo dal porto di Livorno guardo i traghetti e le navi da crociera ormeggiati al Molo Mediceo. Non è un bello spettacolo, ma per fortuna stiamo per partire. L’aria è un po’ fresca, la termica si è stesa bene e, nonostante l’estate sia ormai vicina, non si riesce ancora a stare a maniche corte. Scendo sottocoperta a rovistare nella borsa e quando riemergo siamo quasi al centro della linea di partenza.
Il colpo d’occhio è fenomenale: ci saranno un centinaio di barche intorno a noi e si respira una bella aria di festa. L’equipaggiio è per 5/8 quello dell’ARC, anche se da più di un anno non facciamo regate insieme. Non abbiamo ambizioni di vittoria, per ora ci basta mettere nella scia un po’ di miglia su Alcor per capire quello che possiamo fare.

Alla boa di Marina di Pisa facciamo a sportellate.
Arriviamo tutti con il gennaker e aspettiamo l’ultimo secondo per toglierlo. L’aria sta calando e nessuno vuole restare indietro. Siamo interni boa e abbiamo diritto di passo. All’improvviso, durante la manovra piuttosto concitata, Valerio prorompe in un urlo belluino: ” oOAAHR!!”.
Tutti intorno si fermano intimoriti e ci guardano.
“Maremmamaiala!”  “Ih che tu vòi?”  “E vai che c’hai spazio!”  “Nun c’entro io!”
Gennaro al timone orza e passa, mentre continuiamo l’ammainata e iniziamo la bolina verso la Giraglia.
Era Rosario che gli pestava i piedi ...

Verso le tre di notte arriviamo al cancello tra lo scoglio della Giraglia e la Corsica e lì restiamo. Dopo tre ore siamo ancora lì a lottare con la corrente e qualche debole bavetta di vento che ci fa giusto tenere la prua verso l’isola d’Elba e nient’altro. In compenso ci guardiamo lo scoglio molto bene (c’è una torre e un faro), sia di notte che con la luce del sole. Le barche che stavano dietro nel frattempo ci raggiungono e quelle più leggere vanno via. Alcor è troppo pesante per queste condizioni. Il vento cala ancora, passiamo tutta la giornata a giocare con le ariette e ci rassegnamo all’idea di arrivare nella notte a Punta Ala.

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“Mi raccomando per cena una cosa facile facile!” sento dire a qualcuno.
Penso: ” Ecco, questa è una cosa che non si deve mai dire a un cuoco”.
Infatti Gianluca aveva già deciso tutto e già vasi e vasetti cominciano ad apparire e scomparire dalle sue mani. La pentola dell’acqua è sul fuoco. Quando sento l’odore delle olive e dei capperi sposto lo sguardo dal GPS alla cucina. Vedo le acciughe che vanno in padella ed ha la mia attenzione. In una scodella sta sbriciolando alcuni taralli. Non resisto.
“Che prepari?”
“Spaghetti allo scammaro, più o meno”
“Allo ...?"
“Scammaro, è un piatto tipico napoletano. Non l’hai mai provato?”
Confesso di no, ma non vedo l’ora. Compaiono anche i pinoli che si uniscono alle mandorle dei taralli. Sono assorto nella contemplazione della preparazione. Gli spaghetti sono passati in padella con un po’ d’acqua di cottura e la sbriciolata di taralli amalgama il tutto. Le porzioni sono abbondanti e affronto la mia con lo stesso impegno destinato ad un’issata di spi.
Sono buonissimi e finiscono in 5 minuti. Come al solito Gianluca si è superato.

Doppiata la "Boa dello Scammaro" resta il problema delle Formiche di Grosseto.
E’ ora di fare sport, anche per digerire un po’. Mi metto al timone. Ora andiamo veloci e poco dopo vediamo le Formiche. Anche le altre barche intorno stanno arrivando ma stavolta il vento tiene e passiamo prima degli altri (in 4 metri di acqua!). Finalmente finisce questa lunga bolina di 140 miglia e mettiamo lo spi. E’ la nostra andatura, il tempo di riprendere la mano e arriviamo allo Scoglio dello Sparviero quasi senza muovere il timone.
Tagliamo la linea alle due di notte.

La classifica? Che buono lo Scammaro!

da sinistra: Pio, Rosario, Costantino, Ernesto, Gennaro, Clemente, Valerio, Gianluca


Una semi-isola, il filo dell’acqua e l’isola dei genovesi

C’è un angolo di Sardegna che conserva un carattere e una personalità fuori dall’ordinario. Lontano dagli usuali giri turistici, lontano...